Marie è ambasciatrice Raidlight e una grande appassionata di nutrizione sportiva, ambito in cui è laureata. Esperta nella corsa trail e su strada, unisce il piacere dell’outdoor con l’ambizione della performance.
In questo articolo, condivide una visione chiara: gestire bene la nutrizione è una leva essenziale per arrivare fino in fondo.
Ma quindi, bisogna ascoltare il corpo o seguire un piano preciso? Ecco cosa bisogna davvero sapere.
Alimentarsi secondo le sensazioni: una libertà rischiosa
Una soluzione più semplice... in apparenza
Ascoltare il corpo, mangiare ciò che va, bere quando si ha sete... Sulla carta, è la soluzione più semplice.
Ed è vero che ha vantaggi: guadagni libertà, riduci il carico mentale e spesso limiti i problemi digestivi. Alternando dolce e salato in modo naturale, evitando la nausea da gel o il disgusto per il troppo zucchero.
È una strategia che può funzionare... soprattutto su distanze corte o se conosci molto bene il tuo corpo.
Ma raramente sufficiente
Il problema è che in gara, intensità, stress o meteo possono confondere i segnali interni. Fame e sete arrivano spesso troppo tardi, con vere conseguenze: perdita di energia, calo di lucidità, colpi di calore…
Sulle lunghe distanze e negli ultra, i bisogni sono troppo elevati per affidarsi solo alle sensazioni. E senza esperienza è difficile coprire adeguatamente il fabbisogno energetico.
Piano nutrizionale per il trail: una strategia efficace ma esigente
Una vera base per la performance
Al contrario dell’approccio “istintivo”, alcuni trail runner pianificano tutto: grammi di carboidrati, orari di assunzione, tipi di prodotti secondo il terreno, l’intensità e anche il meteo.
E questa precisione può fare la differenza.
Un piano ben costruito garantisce un apporto regolare, un miglior controllo dello sforzo e soprattutto, evita i crolli che rovinano la gara.
Seguendo il tuo piano, ottieni chiarezza mentale: non devi pensare ad ogni rifornimento.
Rimani concentrato su ciò che conta: il ritmo, la gestione, la gara.
A condizione di costruirlo in modo intelligente
Creare un piano nutrizionale non significa solo compilare un foglio Excel e sperare che funzioni.
Si parte da una base semplice e affidabile: peso (kg) x 0,9 = grammi di carboidrati per ora.
Un atleta di 60 kg avrà quindi bisogno di circa 54 g/h. Sta a te decidere come distribuirli: gel, barrette, bevande, puree, solidi...
Ma attenzione:
👉 Troppa rigidità uccide la flessibilità. Se lo stomaco si blocca, se sei in ritardo o se il gel è in fondo allo zaino, devi adattarti senza panico.
👉 E siccome molti piani si basano su prodotti molto zuccherati o concentrati, bisogna testare, aggiustare, adattare. Altrimenti, rischi la saturazione... o il ritiro al rifornimento.
Il piano è uno strumento, non una prigione. Usato bene, ti porta lontano. Usato male, ti blocca.
Vuoi consigli nutrizionali per una gara come la SaintéLyon®? Clicca qui: I nostri consigli per la Asics SaintéLyon®
La strategia migliore? L’adattamento
L’approccio migliore è spesso un mix: un piano chiaro, testato in allenamento + la capacità di ascoltarti e adattarti in gara.
Saper aggiustare la strategia è ciò che ti rende un finisher. E a volte anche ciò che ti porta al top.
Scopri di più sulla nutrizione nel trail: Come adattare la tua alimentazione quotidiana alla pratica del trail