Alimentazione per il trail: quale piano adottare?

17.07.2025
Nutrition sportive
Nutrition en trail : quel plan adopter ?

Marie è ambasciatrice Raidlight e una grande appassionata di nutrizione sportiva, ambito in cui è laureata. Esperta nella corsa trail e su strada, unisce il piacere dell’outdoor con l’ambizione della performance.

In questo articolo, condivide una visione chiara: gestire bene la nutrizione è una leva essenziale per arrivare fino in fondo.

Ma quindi, bisogna ascoltare il corpo o seguire un piano preciso? Ecco cosa bisogna davvero sapere.

Alimentarsi secondo le sensazioni: una libertà rischiosa

Una soluzione più semplice... in apparenza

Ascoltare il corpo, mangiare ciò che va, bere quando si ha sete... Sulla carta, è la soluzione più semplice.

Ed è vero che ha vantaggi: guadagni libertà, riduci il carico mentale e spesso limiti i problemi digestivi. Alternando dolce e salato in modo naturale, evitando la nausea da gel o il disgusto per il troppo zucchero.

È una strategia che può funzionare... soprattutto su distanze corte o se conosci molto bene il tuo corpo.

Ma raramente sufficiente

Il problema è che in gara, intensità, stress o meteo possono confondere i segnali interni. Fame e sete arrivano spesso troppo tardi, con vere conseguenze: perdita di energia, calo di lucidità, colpi di calore…

Sulle lunghe distanze e negli ultra, i bisogni sono troppo elevati per affidarsi solo alle sensazioni. E senza esperienza è difficile coprire adeguatamente il fabbisogno energetico.

Piano nutrizionale per il trail: una strategia efficace ma esigente

Una vera base per la performance

Al contrario dell’approccio “istintivo”, alcuni trail runner pianificano tutto: grammi di carboidrati, orari di assunzione, tipi di prodotti secondo il terreno, l’intensità e anche il meteo.
E questa precisione può fare la differenza.

Un piano ben costruito garantisce un apporto regolare, un miglior controllo dello sforzo e soprattutto, evita i crolli che rovinano la gara.

Seguendo il tuo piano, ottieni chiarezza mentale: non devi pensare ad ogni rifornimento.

Rimani concentrato su ciò che conta: il ritmo, la gestione, la gara.

A condizione di costruirlo in modo intelligente

Creare un piano nutrizionale non significa solo compilare un foglio Excel e sperare che funzioni.

Si parte da una base semplice e affidabile: peso (kg) x 0,9 = grammi di carboidrati per ora.

Un atleta di 60 kg avrà quindi bisogno di circa 54 g/h. Sta a te decidere come distribuirli: gel, barrette, bevande, puree, solidi...

Ma attenzione:
👉 Troppa rigidità uccide la flessibilità. Se lo stomaco si blocca, se sei in ritardo o se il gel è in fondo allo zaino, devi adattarti senza panico.
👉 E siccome molti piani si basano su prodotti molto zuccherati o concentrati, bisogna testare, aggiustare, adattare. Altrimenti, rischi la saturazione... o il ritiro al rifornimento.

Il piano è uno strumento, non una prigione. Usato bene, ti porta lontano. Usato male, ti blocca.

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La strategia migliore? L’adattamento

L’approccio migliore è spesso un mix: un piano chiaro, testato in allenamento + la capacità di ascoltarti e adattarti in gara.

Saper aggiustare la strategia è ciò che ti rende un finisher. E a volte anche ciò che ti porta al top.

Scopri di più sulla nutrizione nel trail: Come adattare la tua alimentazione quotidiana alla pratica del trail

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